Amici di Gigi
Amici di Gigi
1.

Un casale nel verde

Nella campagna romagnola, un grande casale circondato dal verde viene così ristrutturato grazie all’aiuto e al lavoro solidale e instancabile di una rete di amici: è la prima delle 7 sedi che verranno aperte nei territori di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, per rispondere alle richieste del territorio. Dopo le prime esperienze rivolte ai minori di aiuto-compiti e sviluppo autonomie, infatti, col passare degli anni Amici di Gigi intensifica i rapporti con il contesto locale, aprendosi sempre di più ai suoi bisogni e alle varie tipologie di utenza: la prima accoglienza ad adulti disabili orientata ai lavori della terra genera i centri socio-occupazionali che oggi animano la produzione di profumatori per ambienti e dischi in vinile.

2.

Le nostre comunità

Ma è rispetto ai bisogni dell’utenza minorile che Amici di Gigi trova il proprio focus d’azione educativa e, nel tempo, attiva al proprio interno dei percorsi di specializzazione che portano alla nascita di servizi specifici e autorizzati come comunità residenziali e semi-residenziali. Oggi Amici di Gigi accoglie quotidianamente circa 150 utenti suddivisi in 12 servizi, con più di 60 operatori che rendono le comunità delle "case".

3.

Metodo educativo

Al centro del metodo educativo di Amici di Gigi c’è il valore inesauribile dell’essere umano, per cui ogni ragazzo che ha condiviso il suo cammino è una storia a sé, una persona con un nome, bisogni e domande particolari: a lui (non banalmente a tutti, ma esattamente a lui, a lei, a ciascuno), come padri e madri con i propri figli, gli operatori desiderano stare di fronte. Questo ha generato e genera miracoli di cambiamento, così come fa nascere amicizie inaspettate.

4.

Il senso della carità

Ma per chiarire ciò che in ultima istanza muove Amici di Gigi, occorre chiedersi che senso abbia la carità. Essere amati totalmente, senza condizioni né tornaconto, è infatti l’unica dimensione che corrisponde al cuore dell’uomo, l’unica cosa che ognuno in fondo desidera per sé. Dare energie per un luogo in cui si vive così, imparare dalle proprie esperienze, strutturare un metodo e allargare la “famiglia” degli operatori coincide con l’introdursi nella vita di un tale sguardo. Si generano così una gratitudine (che anima e pervade l’agire nella volontà di restituire, guardando il volto dei ragazzi, il bene ricevuto) e un desiderio di bellezza, grande alleata nelle giornate, che educa naturalmente e apre i cuori al mistero della realtà.